-di Patrizia Russo-
Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza alle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999.
Nella giornata mondiale contro la violenza alle donne, potrei parlare della “bacchettata” fatta dall’Onu all’Italia, perché le leggi sulla violenza contro le donne sono in linea con gli standard europei, ma le tutele effettive no. Potrei descrivere la recente legge sul “femminicidio”. Oppure portare all’attenzione dei lettori i dati emersi dallo studio WHO 2013 il quale evidenzia che il 35% delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale e dato ancora più allarmante, il 70% delle donne hanno subito violenza fisica e/o sessuale dal proprio partner. Ancora potrei informare sul prezioso supporto dei centri antiviolenza presenti sul territorio regionale, o illustrare tutte le iniziative che saranno organizzate nella città di Pisa atte a sensibilizzare la cittadinanza al tema.
Invece, non sarò io a parlare, ma lo faranno per me due illustre persone, diverse per cittadinanza, professione, credo (una credeva fortemente nella scienza, l’altra nel suo Dio); ma accumunate dall’essere donne, dall’aver ottenuto un Nobel e dall’aver lasciato un segno indelebile nella nostra società, segnando la storia con il loro impegno, valorizzando l’essere femminile e mettendo al servizio dell’umanità la conoscenza e l’intelligenza nel caso di Rita Levi Montalcini e la propria vita, come ha fatto Madre Teresa di Calcutta.
Rita Levi Montalcini
Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente.
Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale.
Le donne sono la colonna vertebrale della società.
“Le Donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di “mostrare” nulla, se non la loro intelligenza.”
Madre Teresa di Calcutta
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Lascio ai lettori il personale commento a questi tre componimenti, personalmente ritengo che per non esserci violenza è necessario riconoscere e accettare le diversità: di genere, orientamento sessuale, credo religioso e politico, etnia, cultura, stile cognitivo ecc. Questo porta inevitabilmente l’attenzione non solo su ciò che ci accomuna, ma anche su quanto ci differenzia e quanto la differenza sia un elemento di arricchimento e non di minaccia.
Patrizia Russo