Truffa, appropriazione indebita aggravata e falso materiale. Oltre il milione di euro i soldi trattenuti dal commercialista pisano, che ha chiesti sotto forma di intimazioni e solleciti ai contribuenti ritenuti infedeli. E’ accusato di non aver versato allo Stato i soldi consegnati da oltre cinque clienti, per pagare tasse e contributi; le indagini in corso non permettono di rendere noto il nominativo del professionista ultrassesantenne, sappiamo che è difeso dallo studio Brini di Pontedera, ed è certo che è finito sotto inchiesta dopo la scoperta dei mancati versamenti all’erario. Del caso si sta occupando la Guardia di Finanza che, oltre ad eseguire alcuni sequestri documentali, ha sentito i primi cinque ex clienti firmatari della querela, a presentare le denunce sono imprenditori e professionisti pisani, tra cui un pediatra che nel tempo ha dato al commercialista almeno 200.000 euro, soldi che, stando alle querele, non sarebbero mai finiti nei forzieri dello Stato. i. Il periodo preso in esame nelle denunce copre diversi anni a ritroso nel tempo. Solo quando hanno scoperto che le somme versate al commercialista non venivano impiegate per rispettare le pendenze con fisco e previdenza, i privati prima hanno chiesto conto dei mancati versamenti e poi si sono rivolti agli avvocati. Scadenze tributarie e saldi contributivi che i clienti pensavano di aver definito dopo aver dato i soldi all’indagato e che, invece, non erano mai stati pagati, di questo Equitalia non può tenerne conto.
MP 25 sett.