Atteso al Cinema Arsenale, il regista Marco Bellocchio è rimasto bloccato in autostrada e non ha più potuto presentare ‘Sangue del mio sangue’.
“Il regista Marco Bellocchio non riuscirà ad essere presente stasera in sala perché bloccato sull’autostrada A1 a causa del ribaltamento di un’autocisterna”.
Così informava il cartello che ieri sera 5 ottobre, al Cinema Arsenale, accoglieva alla biglietteria le tantissime persone accorse per la proiezione di ‘Sangue del mio sangue’, l’ultimo film di Marco Bellocchio. Il grande maestro del cinema italiano avrebbe dovuto, infatti, presentare di persona la sua pellicola, restando poi a guardarla in sala assieme al pubblico. Ha invece introdotto la serata come previsto, anche se brevemente, Augusto Sainati, Professore di Storia, teoria e analisi del film all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Sembra che Marco Bellocchio avesse inizialmente scelto di venire, anzi di tornare all’Arsenale (c’era già stato nel 2012, per presentare il suo penultimo film, ‘Bella addormentata’, con Toni Servillo), in un’altra data, ossia a ridosso della proiezione del suo primo film, ‘I pugni in tasca’ del 1965, in versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, in programma all’Arsenale da lunedì 19 ottobre.
Ma poi aveva optato proprio per la serata di ieri, in occasione dell’approdo al cineclub di Vicolo Scaramucci della sua ultima fatica. E tuttavia, nel pomeriggio si è verificato “un grande incidente sull’autostrada A1, prima di Orte, in seguito al rovesciamento di un camion di gas propano”. Così si è scusato Bellocchio, raggiunto al telefono appena prima della proiezione, per un saluto ascoltato da tutta la sala gremita. “Siamo imbottigliati in una coda di oltre dieci chilometri – ha continuato – e ci vorrà ancora qualche ora prima di poterne uscire”.
Un cinema stracolmo, che ha comunque registrato il tutto esaurito, con tanti posti in piedi, nonostante l’assenza così pesante del grande cineasta. Anzi, sicuramente la possibilità di poter incontrare e dialogare col maestro è stato il principale motivo che ha mosso, anche da diverse parti della Toscana, così tante persone verso Pisa stasera. Tra queste, anche chi scrive.
“Sono affezionato all’Arsenale – ha aggiunto Bellocchio al cellulare – e avrei voluto fortemente essere lì per un film non facile, del quale mi sarebbe piaciuto discutere con voi”. Doppio rammarico per Bellocchio, poiché “realtà come l’Arsenale – spiega – vanno ahimè scomparendo, ma restano fondamentali per il tipo di cinema che amo. Spero davvero, e nonostante l’età, di tornare al più presto. L’augurio è comunque di ritrovarci!”. Applauso scrosciante del pubblico, che ascoltava in religioso silenzio, e fine della telefonata.
Sainati ha poi preso la parola per illustrare rapidamente il film, “girato a Bobbio, un paese del piacentino che è strettamente legato all’infanzia di Marco (qui è nato), all’adolescenza e anche al presente”. Nel piccolo comune dell’Emilia Romagna, infatti, si svolge ogni anno il Bobbio Film Festival, giunto in agosto 2015 alla sua diciannovesima edizione.
Bobbio è legato alla biografia, ma anche al cinema di Bellocchio: qui ha girato il suo primo film, il già menzionato ‘I pugni in tasca’ (lo ricordiamo, in programma all’Arsenale, in versione restaurata, tra quindici giorni); e qui è ambientato anche il suo ultimo film, appunto ‘Sangue del mio sangue’.
“Bobbio è il mondo”, dirà a un certo punto uno dei protagonisti, forse sintetizzando il Bellocchio pensiero. “Il film – continua Sainati – propone la rivelazione di questo paese come antro, come magma, con streghe che non si sa se siano davvero streghe, e vampiri che non si capisce fino a che punto siano vampiri”. Un paese, aggiungiamo noi parafrasando una scena del film, che seppur sembri fermo, è impercettibilmente soggetto al tempo, che cammina inesorabile…
Un cast d’eccezione, con Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Lidiya Liberman, Alba Rohrwacher, la partecipazione di Filippo Timi, e due storie, la prima ambientata nel Seicento e la seconda ai giorni nostri. Anche se all’inizio i due momenti appaiono scollegati, pian piano ci si accorge di come ritornino nomi, luoghi, personaggi e circostanze. Tutto scorre, perché tutto resti fermo. Buona visione!
Francesco Feola