Braccio di ferro ad oltranza in Consiglio regionale.
Ricomincia questo pomeriggio, alle 17,30, in Consiglio regionale la maratona delle votazioni sulla nuova proposta di legge sanitaria, la n. 33, che andrà a sostituire la contestatissima legge n. 28 del marzo di quest’anno contro la quale ben 55.615 cittadine e cittadini toscani hanno firmato per chiedere alla Regione Toscana un referendum abrogativo così come previsto dalla legge. Dopo il black day di martedì 15 dicembre, il giorno più buio per la democrazia nella nostra regione, in cui la giunta Rossi ha deciso di far intervenire le forze dell’ordine (prima i Carabinieri, poi la Polizia) per impedire ai vari comitati di assistere all’inizio della discussione sulla nuova riforma sanitaria in consiglio regionale, oggi i consiglieri dei partiti di opposizione hanno deciso, compatti, di proseguire i lavori ad oltranza dopo la pausa antimeridiana. Infatti, dopo una seduta fiume che si è trascinata in maniera ininterrotta per due giorni, martedì e mercoledì, si è delineato subito uno scenario da “braccio di ferro” ovvero da “muro contro muro”. Come mai era successo nella storia della Regione Toscana. Da una parte, il fronte compatto delle opposizioni, sia di destra che di sinistra, che sostengono il diritto dei cittadini a poter far svolgere il referendum abrogativo della legge 28/15 per il quale hanno raccolto molte più firme di quelle richieste (40.000) dalla legge regionale, ha iniziato a presentare un treno di 16.800 emendamenti per impedire alla maggioranza PD (compatta intorno al leader Rossi a sostegno della riforma sanitaria che secondo i comitati e moltissimi professionisti del settore distruggerebbe il sistema sanitario regionale pubblico) di fare approvare in tempi brevi la nuova legge sanitaria. Dall’altra, la maggioranza del Pd che, dopo un iniziale sconcerto di fronte alla valanga di emendamenti dei partiti dell’opposizione, ha cominciato a valutare l’ipotesi di utilizzare il cosiddetto “canguro” (il metodo utilizzato dal PD renziano in parlamento per scavalcare le opposizioni e far approvare velocemente la nuova legge elettorale, l’Italicum) per eliminare con un sol colpo una buona fetta dei quasi ventimila emendamenti presentati. L’atmosfera in consiglio regionale sta diventando incandescente anche perché la scorsa notte, durante i lavori forzosi del consiglio, il PD, con l’assenso del presidente del consiglio regionale, Giani, ha votato il rinvio in Commissione degli ordini del giorno dei gruppi di opposizione collegati alla proposta di riforma sanitaria. Una decisione che è già stata denunciata come un’azione illegittima, arbitraria ed antidemocratica, in quanto in contrasto con il Regolamento interno dell’Assemblea, da parte dei due consiglieri regionali di “Sì, Toscana a Sinistra”, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, che si rivolgeranno immediatamente al Collegio di Garanzia ed eventualmente anche al Tar della Toscana per contestare tutto l’iter della legge. “Anche le parole sprezzanti dell’assessore Saccardi certo non hanno aiutato una qualsiasi discussione di merito, anche il suo ostruzionismo al dialogo sarà motivo per far saltare questa legge” hanno dichiarato alla stampa Fattori e Sarti. Che non sono gli unici a lamentarsi dell’atteggiamento poco istituzionale dell’attuale assessore alla Sanità, già vicesindaco del capoluogo toscano ai tempi di Renzi. A Firenze, martedì 15, davanti allo schieramento delle forze dell’ordine che, su richiesta del presidente Rossi, impedivano ai cittadini di esercitare il proprio diritto costituzionale alla partecipazione, era presente con la sua fascia tricolore anche Federico Berni, consigliere comunale della Lista Civica di Volterra in rappresentanza di quel Comune “destinato” a perdere il suo efficientissimo ospedale per decisione della Regione. “Abbiamo saputo che sia la Cassa di Risparmio di Volterra che la Fondazione Cassa di Risparmio hanno scritto all’assessore Saccardi per dichiararsi disposti a salvare l’importante presidio sanitario – ha detto Berni – ma l’assessore non si è “degnata” neppure di rispondere ai prestigiosi interlocutori”. E sul mancato rispetto della “fascia tricolore” da parte dei rappresentanti istituzionali della stessa Regione Toscana, fa venire i brividi l’indignata testimonianza postata mercoledì mattina su Facebook, alla pagina del Comitato promotore referendum abrogativo LRT 28/15 (https://www.facebook.com/groups/825461600860734/958912394182320/) con il titolo “Fascia di rispetto” dal sindaco di Suvereto, Giuliano Parodi: VN:C [1.9.22_1171] “Il 15 dicembre 2015 si è consumato un atto grave di anti-democrazia dentro e fuori il Palazzo della Regione Toscana. Le forze dell’ ordine su indicazione del Presidente della Regione hanno impedito a liberi cittadini di accedere ed ascoltare il dibattito sulla riforma sanitaria. All’interno mi è stato detto di togliermi la fascia tricolore da sindaco perché il Presidente ha dato ordine che dentro la sala consiliare non si possono esporre simboli. Ricordo ai distratti del PD della regione toscana…che la fascia del sindaco non è un “simbolo” qualunque ma rappresenta lo Stato italiano…e che il sindaco è un’istituzione eletta al pari del Presidente o del consigliere regionale. Il PD toscano vuol votare in fretta una riforma sanitaria devastante per i cittadini…e lo fa a porte chiuse rigettando l’idea del referendum…e caricando liberi cittadini coi manganelli solo perché volevano capire cosa succederà della loro salute…La DEMOCRAZIA per me è altra cosa…Meditate”.
Beatrice Bardelli