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Delegati rsu indipendenti e delegati rsu eletti nella lista Cobas comune di Pisa: “Necessario stabilizzare i precari”

30 Maggio 2017 Politica

Delegati rsu indipendenti e delegati rsu eletti nella lista Cobas comune di Pisa: “Necessario stabilizzare i precari”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dei delegati rsu indipendenti e delegati rsu eletti nella lista Cobas comune di Pisa.

Da mesi l’amministrazione comunale –  si legge nel comunicato – sembra colpita da una paralisi decisionale in materia di gestione dei servizi e del personale. La nostra idea è che si voglia solo guadagnare tempo per avviare processi di esternalizzazione negli ultimi mesi di mandato del Sindaco. Sono trascorse settimane da quando è stato portato il turn over dal 25 al 75% ma niente è stato fatto, anzi il piano dei fabbisogni di personale limitato al 25% del turn over è ancora in fase di realizzazione, quindi tardano a venire molti dei concorsi banditi per quei pochi posti disponibili. Il censimento dei precari più volte richiesto non è stato fatto; dopo 8 mesi, la consulenza esterna che avrebbe dovuto predisporre il piano di riorganizzazione non ha prodotto risultati, anzi non c’è traccia di quella relazione costata più di 40 mila euro ai contribuenti pisani. Non è ancora nota la data del concorso nei servizi educativi che dovrebbe stabilizzare alcune precarie, il confronto con la parte sindacale è stato rinviato a data da destinare nonostante l’anno scolastico sia praticamente finito. I punti fondamentali sulla scuola per i quali ci stiamo battendo sono indubbiamente il potenziamento degli organici finalizzato non solo a salvaguardare un servizio pubblico ma anche e sopratutto a garantire la qualità dei nidi d’infanzia che è data dalle persone che in essi operano, ed è per questo che deve essere garantita formazione continuare di un certo livello e strumenti di lavoro che supportino le insegnanti nel loro agire quotidiano, troppo spesso si chiede loro di svolgere compiti burocratici/amministrativi che non solo tolgono tempo al loro specifico lavoro ma oltretutto non sono supportati da tecnologie adeguate e da una formazione di tipo informatico. In dieci anni gli organici delle educatrici sono passati da piu’ di 80 a 50, ai tavoli sindacali la discussione verte solo sulla ulteriore assunzione di alcuni part time visto che l’organico previsto, oltre a ridurre i posti nei nidi pubblici a favore dei privati,  si è già dimostrato insufficiente. Ma anche su questi part time aggiuntivi non arrivano risposte. Il piano di fabbisogno parametrato al  turn over del 75% dovrebbe essere già stato in parte discusso con il sindacato che ha chiesto:

– la stabilizzazione dei precari

– la tutela dei servizi a gestione diretta potenziando tutti i servizi alla cittadinanza

– progressioni di carriera per il personale interno nel rispetto delle ultime normative

– formazione adeguata per accrescere le professionalità e i servizi

-una idea da discutere su come gestire la macchina comunale dei prossimi anni.

L’amministrazione comunale non vuole discutere di servizi e personale, di formazione e di precari, insomma nessuna risposta viene data nonostante i proclami del sindaco, non si riesce neppure a sfruttare al meglio l’aumento delle facoltà di assunzione nella Polizia municipale e nei servizi educativi. In alcuni settori come gli scuolabus si va avanti a contratti a tempo determinato, ignota la data della selezione che dovrebbe assumere in ruolo tre autisti e che per noi dovrebbe guardare ai precari del settore. Da più parti poi si va parlando del trasferimento dell’anagrafe alla sesta porta, una decisione che priverebbe palazzo Gambacorti degli ultimi servizi destinando la sede del comune solo agli uffici degli assessori e del consiglio con una blindatura dell’edificio, per altro già avviata, con le cancellate costruite per impedire l’accesso dei cittadini al consiglio comunale. Una situazione preoccupante che ha ripercussioni negative sui servizi erogati alla cittadinanza e sul personale comunale, sulle relazioni sindacali ormai relegate solo a poche materie ad uso e consumo dell’amministrazione. Anche in materia di appalti si consuma questa paralisi, non esiste alcuna iniziativa atta a salvaguardare realmente la forza lavoro degli appalti a partire da un protocollo di intesa che salvaguardi i livelli occupazionali e i salari. Buona parte del sindacato è silente e complice di questa mancata discussione, per noi , invece, le lavoratrici degli appalti debbono essere tutelate al pari del personale comunale. La conferenza stampa di oggi indetta dai delegati rsu eletti nella lista cobas ha quindi alcuni obiettivi:

– denunciare all’opinione pubblica e ai media la paralisi dell’amministrazione che non decide su materie importanti come i servizi, il personale, gli appalti, la formazione e non dà risposte ai bisogni della cittadinanza e alle richieste sindacali, non bandisce velocemente i concorsi;

-ad oggi sono 17 le direzioni, il numero dei dirigenti non dovrebbe diminuire perché già si pensa a sostituire quelli che andranno in pensione  aumentando anche il numero delle posizioni organizzative, una esigenza dell’amministrazione pagata con il fondo della produttività di tutti i lavoratori. Pensiamo che a fine anno alcune direzioni potrebbero essere smembrate senza alcuna chiarezza sulle scelte da operare, sulle finalità delle stesse, senza che sia stata realizzata una analisi comparata tra costi e benefici. Sono già partite alcune esternalizzazioni (per esempio parte dello sport) e altre dovrebbero arrivare nel silenzio generale e senza mai discutere con il personale e con il sindacato che apprendono le decisioni dell’amministrazione a cose fatte. Una situazione inaccettabile  con l’amministrazione ormai attenta solo alla sua immagine, agli eventi e alla economia della promessa (come dimostra il lavoro gratuito di cui si fa promotrice con le associazioni nella apertura delle mura) ma non alla sostanza , per questo senza idee su come gestire e rilanciare i servizi pubblici. Non a caso i documenti di valutazione del rischio e l’analisi dello stress denotano il continuo deterioramento delle condizioni di lavoro al comune di Pisa. Pensiamo che il sindacato debba prendere posizione pubblica e non nascondersi inseguendo solo obiettivi corporativi senza mai entrare nel merito della gestione dei soldi pubblici e del funzionamento della stessa macchina comunale. LA nostra denuncia è finalizzata ad aprire un confronto a tutto campo con l’amministrazione sempre che esistano interlocutori disponibili al confronto e con un progetto sui servizi e sul personale che ad oggi non si intravede.

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