Di Giuseppe Gazzaniga, dirige Federico Bardazzi, regia di Alessio Pizzech.
A conclusione del Don Giovanni festival “Una gigantesca follia” , sulla scena del Teatro Verdi saranno presentate, in questo mese di novembre, le ultime tre opere dedicate alla storia del grande seduttore.
Il primo dei tre appuntamenti andrà in scena domani sera, venerdì 6, alle ore 20.30. Si tratta del Don Giovanni Tenorio o sia Il convitato di pietra di Giuseppe Gazzaniga che viene rappresentato per la prima volta nella nostra città. Dirigerà l’opera il maestro Federico Bardazzi, che torna a Pisa dopo aver diretto, a metà ottobre, un’altra opera di ispirazione dongiovannesca, Il trionfo dell’onore di Scarlatti, mentre la regia è stata affidata ad Alessio Pizzech, che aveva firmato un allestimento di quest’opera anni fa per il Teatro Donizetti di Bergamo.
Nel cast troviamo nel ruolo di Don Giovanni, Max Jota, mentre Daniele Cusari sarà il Commendatore, Madina Karbeli Donn’Anna, Roberto Cresca Don Ottavio, Yukiko Aragaki Donna Elvira, Moon Jin Kim Donna Ximena, Carlo Torriani Pasquariello, Federico Cavarzan Biagio, Giulia De Blasis Maturina ed Antonio Pannunzio Lanterna. Suonerà l’Orchestra Arché mentre le voci corali saranno quelle del Coro del Laboratorio Lirico San Nicola, diretto dal maestro StefanoBarandoni, il Coordinamento scenografico di Giacomo Callari e Enrico Spizzichino, il disegno luci di Michele Della Mea.
Per il suo Don Giovanni, il veronese Giuseppe Gazzaniga si ispirò al dramma di Tirso da Molina, affidò il libretto a Giovanni Bertati e portò in scena l’opera al Teatro Moisé di Venezia il 5 febbraio 1787, come seconda parte di uno spettacolo intitolato “Capriccio drammatico”. Fu un grandissimo successo che sembra aver suggerito al National Theatre di Praga di commissionare a Mozart quello che diventerà il suo capolavoro ispirato al mito del grande seduttore veneziano.
Il Don Giovanni Tenorio, benché iscritto nel genere dell’opera buffa, abbandona tuttavia la buffoneria tipica del genere per innalzarsi a livelli che, se non raggiunsero quelli di Cimarosa e Paisiello, lo collocarono tra le opere più importanti del secolo. L’opera, che godette all’epoca di un successo superiore al Don Giovanni mozartiano, dopo Venezia, fu ripresa, in Italia, a Bologna, Milano e Torino, ed all’estero a Parigi e Lisbona, Londra e Madrid.
«In quest’opera si oscilla sempre – spiega il maestro Federico Bardazzi – fra il comico, l’ironico, il cinico, il beffardo e lo straziante, tutto sempre perfettamente coerente con i dettami del teatro musicale. Dal punto di vista vocale abbiamo arie che sono vere e proprie vette, così come i duetti e i concertati possono essere letti come un ponte fra l’opera buffa napoletana settecentesca e quello che sarà poi Rossini”.
I prossimi appuntamenti saranno il 14 novembre con Il convitato di pietra di Tritto, nella revisione curata da Roberto De Simone, e il 21 novembre con Il convitato di pietra di Pacini, nell’edizione critica a cura di Jeremy Commons e Daniele Ferrari. Per info: tel. 050 941 111 e www.teatrodipisa.pi.it .
Beatrice Bardelli