E’ in corso una rivolta all’interno dell’ateneo pisano (e non solo) da parte di alcuni ricercatori che hanno intenzione di protestare nei confronti del Ministero a causa del blocco dei loro stipendi congelati dall’era Tremonti. Una battaglia che consisterebbe nel non aderire, astenendosi, dalla VQR ossia il monitoraggio da parte dell’ANVR (Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e la Ricerca) sui contributi della ricerca di ogni docente dell’Ateneo che ha lo scopo poi di assegnare, sulla base dei risultati conseguiti da ogni ateneo, quote premiali dei fondi di finanziamento statali. Il MIUR difatti proprio da quest’anno ha disposto che dei finanziamenti statali annualmente assegnati ai vari atenei, il 20% sia corrisposto a seguito dei risultati qualitativi della Ricerca. I riflessi quindi di tale forma di protesta sui fondi destinati all’Università pisana, potrebbero essere devastanti in termini di un consistente taglio delle risorse per la ricerca. Il Rettore Augello proccupatissimo per le conseguenze di tale decisione, ha chiesto ai direttori dei Dipartimenti di esortare i propri colleghi a non rischiare di far perdere prestigio e risorse a tutto l’Ateneo e sono al vaglio del CDA interventi nei confronti di chi agirà “boicottando ” di fatto l’intera università pisana, come l’esclusione dall’assegnazione futura di finanziamenti di Ateneo. Il termine ultimo per poter accreditarsi sul sito del Misnistero e aderire al monitoraggio della ricerca è il 30 novembre e la speranza per chi ha ideato la protesta, è quella di avere risposte per lo sblocco dei propri stipendi. In tempi di crisi economica ogni rivendicazione ha una sua logica sebbene in gioco in questo contesto ci sia un’intera istituzione, con il suo prestigio da mantenere e consolidare.
Aurora Maltinti, 13 ottobre 2015
(foto tratta da www.unipi.it)