Gioia, Tristezza, Disgusto, Paura, Rabbia: sono queste le emozioni che hanno invaso le sale dei cinema pisani (e non solo!) a partire dal 16 Settembre, data di uscita dell’ultimo capolavoro della Pixar che ha contagiato grandi e bambini.
Inside Out è l’emblema del “viaggio nella mente”, i cui protagonisti sono la personificazione delle emozioni primarie ovvero di quelle emozioni innate e universali che regolano il nostro comportamento e ci permettono di interagire con gli altri. In questo cartone, ogni emozione è stata creata con una particolarità che la contraddistingue dalle altre: Gioia sprizza allegria da tutti i pori e per questo brilla come una stella; Tristezza, azzurra e paffutella, ci ricorda una goccia, una lacrima; Disgusto, con il suo colore verdognolo, ci fa sicuramente pensare ad un broccolo; Paura ha la forma di un neurone e Rabbia, con il suo impeto e il suo vigore, sprigiona letteralmente fuoco dalla testa. Ma anche se a primo impatto, alcune di queste emozioni possono sembrarci negative, è importante che nessuna venga repressa, onde evitare che il nostro equilibrio fisiologico e mentale venga drasticamente alterato, come nel caso della piccola Riley. Sarà proprio questo che Gioia comprenderà una volta ritornata nel Quartier Generale (che, non a caso, si trova proprio nel lobo frontale, sede delle funzioni esecutive), dopo un lungo viaggio trascorso a girovagare tra i meandri della memoria a lungo termine, alla ricerca dei ricordi base perduti della bambina: ognuno di noi ha il diritto di poter esprimere senza filtri quello che sente dentro, sia le emozioni positive che negative, perché solo così è possibile crescere e imparare a conoscere se stessi, ma soprattutto perché questo è il modo migliore per dare spazio alla nostra complessità umana.
Per ulteriori approfondimenti, consultare la “Guida alla visione di Inside Out” a cura dello psicologo Jacopo Agrimi, al seguente link:
http://criticamentepsi.it/rubriche/creativamente/cinema/173-breve-guida-alla-visione-di-inside-out
Veronica Pace