Con il libro di Piero Pierotti: in primo piano chi non vuole più stare zitto, un segnale concreto di sostegno a chi trova più difficoltà a far sentire la propria voce.
Libera la PAROLA ….. Al Pisa Book Festival il libro di Piero Pierotti dal titolo “Balbuzie c’è una via?” racconta le aspettative, i metodi per affronta una difficoltà.
Piero Pierotti, autore di conferenze quali “Il discorso del re” ed altre anche all’estero, è promotore di studi e ricerche con l’obiettivo sociale di divulgare l’informazione e sensibilizzazione sulle problematiche dei disturbi del linguaggio, in particolare della balbuzie, della comunicazione e della relazione. Gli strumenti e organi di stampa sono le pubblicazioni tra cui il suo libro e il giornale trimestrale “Libera la parola”.
A 27 anni Pierotti ha fondato il primo gruppo di auto-aiuto in Italia e nel ’98 il primo sito dedicato alla balbuzie http://www.balbuzie.it. E’ il presidente dell’A.I.BA.COM, Associazione italiana per la balbuzie e la comunicazione. Da più di quarant’anni combatte contro i pregiudizi e la scarsa attenzione che la sanità pubblica presta a questa malattia. «Scarsa attenzione che fa proliferare imbonitori e speculatori riconoscibili per la rapidità dei risultati che promettono» dice l’autore del libro riproposto al Pisa Book Festival 2015, dal titolo ” Balbuzie c’è una via?” Piero Pierotti è della classe 1940, ha combattuto con una forma di balbuzie molto severa di cui oggi non si sente traccia.
Ma che cos’è la balbuzie, da che cosa dipende? La letteratura del cinema ce lo fa capire nel film “The King’s Speech” con un un celeberrimo caso: quello di Giorgio VI , padre dell’attuale regina Elisabetta d’Inghilterra, centrato sulla balbuzie. Diversi personaggi dello spettacolo hanno conosciuto o conoscono cos’è la balbuzie, loro stessi hanno questa difficoltà, per esempio l’attore regista Woody Allen e l’attrice Julia Roberts. In Italia Fiorenzo Fiorentini, citato come il più grande attore europeo balbuziente e Filippo Timi. Tra i cantanti c’è Carly Simon, famosa in America, Mel Tillis cantante country, Robert Merril nella lirica, da noi Tony Renis, Ernesto Bonino e Melissa Ciaramella. Tra gli scrittori troviamo il nostro Italo Calvino e l’inglese Nevil Shute, autore di “Una città come Alice”. Tra i giornalisti citiamo Indro Montanelli. Un po’ di sportivi balbuzienti tra i più conosciuti ? Ben Johnson atletica, Greg Luganis tuffi, Ken Venturi e Butch Baird golf, l’ex c.t. della Nazionale Cesare Maldini. Nei cartoni animati troviamo il personaggio coprotagonista assieme a M.Jordan nel film “Space Jam il maialino Porky Pig in italiano Pallino. Vi è poi Bernie il topolino in “Le avventure di Bianca e Bernie”.
Di quanto la balbuzie possa limitare alcuni si può capire da cosa è accaduto ad Annie Glenn moglie dell’astronauta e senatore americano John Glenn rintracciabile nel libro di Tom Wolfe dal titolo “The Right Stuff”. Il libro narra che “la signora Glenn rifiutò una volta di parlare col Presidente Johnson e alla stampa a causa della sua severa forma di balbuzie”. Potremmo aggiungere qualche personaggio della finanza della politica della cronaca ma la lista si allungherebbe troppo. Alcuni sono riusciti a superarla altri riescano a ridurla o almeno a viverla in modo da non lasciarsi condizionare da essa. Ma se tutte queste persone si sentissero veramente liberi di poterne parlare senza imbarazzo o vergogna probabilmente sarebbe anche un grosso aiuto anche per coloro che verranno dopo perchè troverebbero persone che non proverebbero né pietà né divertimento nell’ascoltarli. E non si stupirebbero né proverebbero imbarazzo. Insomma si realizzerebbe un sogno: un dialogo alla pari…
Ma cos’è questa balbuzie ? «È meglio cominciare dicendo che cosa non è.” Ci spiega la psicologa Veronica Pace- “Non è un problema con cause affettive o emozionali. Ha invece una base genetica come dimostra la forte familiarità e dipende da anomalie cerebrali sia a livello di attività che di strutture» chiarisce Veronica Pace psicologa neo laureata con tesi 110/lode all’Università di Pisa proprio su questa tematica. Che probabilità ci sono allora di guarire? «Molto dipende da quando si iniziano le terapie – risponde Claudio Zmarich dell’Istituto di scienze e tecnologia della cognizione al CNR di Padova uno dei pochi ricercatori italiani che si occupino di questo tema -. Se è vero che su cinque bambini che balbettano quattro smetteranno spontaneamente al massimo entro cinque anni dall’insorgenza della malattia è anche vero che è assurdo ritardare le cure per quelli destinati ad evolvere verso una forma cronica: più passano gli anni più cala la plasticità del cervello. Per fortuna grazie a un’attenta valutazione è possibile fare diagnosi differenziali sia per distinguere il bambino balbuziente dal non balbuziente sia per distinguere il balbuziente che cronicizzerà da quello che guarirà spontaneamente».
Ecco perchè Piero Pierotti al Pisa Book Festival 2015 è un segnale concreto di sostegno a chi trova più difficoltà a far sentire la propria voce il suo libro si può leggere e divulgare è uno strumento importante che racconta le aspettative i metodi per affronta una difficoltà.
Onlus A.I.BA.COM http://www.balbuzie.it
Miranda Parrini