L’Associazione nazionale amministratori di condominio e immobili di Pisa, Anaci, dopo il crollo avvenuto a Roma sul lungotevere Flaminio nella notte tra il 21 e il 22 gennaio per chiarire il quale è in corso il sopralluogo dei consulenti nominati dalla procura per indicare chi siano i responsabili del cedimento, rilancia il tema della sicurezza degli immobili in caso di lavori. I sopralluoghi nel palazzo crollato a Roma stanno accertando che l’edificio aveva subito numerosi cambiamenti strutturali con interventi che si sono succeduti a partire dal piano terra fino all’attico. “Una situazione che è più frequente di quello che si può pensare – commenta il presidente di Anaci Pisa Carlo Malvogli – molto spesso chi acquista un appartamento e apre un cantiere si dimentica o tralascia di comunicare l’avvio dei lavori all’amministratore. Ma è obbligatorio sia per gli interventi che vengono eseguiti nell’unità immobiliare di sua proprietà che nelle parti normalmente destinate all’uso comune, che siano state attribuite in proprietà esclusiva o destinate all’uso individuale”. Secondo il Codice Civile: “Il condomino non può eseguire opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al decoro architettonico dell’edificio. In ogni caso è data preventiva notizia all’amministratore che ne riferisce all’assemblea”, articolo 1122 del codice civile (opere su parti di proprietà o uso individuale).