-di Enrico Zini-
La Festa della Toscana fu istituita Il 21 giugno del 2001 con una Legge Regionale nella quale si definiva la festa come “ la solenne occasione per meditare sulle radici di pace e di giustizia del popolo toscano, per coltivare la memoria della sua storia, per attingere alla tradizione di diritti e di civiltà che nella regione Toscana hanno trovato forte radicamento e convinta affermazione, per consegnare alle future generazioni il patrimonio di valori civili e spirituali che rappresentano la sua originale identità”.
É proprio al primo comma del primo articolo che si associa la festa alla “ricorrenza dell’abolizione della pena di morte avvenuta il 30 novembre 1786 ad opera del Granduca di Toscana” che si era ispirato al libro di Cesare Beccaria De’ delitti e delle pene. La legge regionale ritrova in quell’illuminato atto legislativo, che rese la Toscana il primo paese al mondo a eliminare la pena di morte, una speciale predisposizione del suo popolo. I nostri legislatori non sono stati gli unici a sottolineare questo legame tra il carattere toscano e il valore ispiratore della legge. Infatti anche Pietro Leopoldo si appellava a questo per giustificare, in parte, la sua decisione: “ …avendo altresì considerato che … potesse più convenire alla maggior dolcezza, e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo toscano”. Una caratteristica, quella dei Toscani, passata poi ad essere patrimonio di tutta la nazione se è stata l’Italia, insieme ad altri Paesi, a fornire un contributo fondamentale all’approvazione alle Nazioni Unite, nel dicembre del 2007 della risoluzione 62/149 che prevedeva una moratoria della pena capitale. Quello che più conta nella storica decisione presa dall’allora Granduca di Toscana è la sua “scientificità”: infatti fu adottata, non solo per considerazioni ideologiche o politiche ma, come dichiara l’editto, “mediante un serio e maturo esame, e col soccorso dell’esperimento”. Alla fine di una rigorosa sperimentazione il governo toscano arrivò alla conclusione che “ …la mitigazione delle pene, congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le ree azioni, e mediante la celere spedizione dei processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri delinquenti, invece di accrescere il numero dei delitti ha considerevolmente diminuiti i più comuni…” Più avanti l’editto continua addentrandosi sulla strada aperta per la prima volta da Beccaria e arrivando a toccare questioni come la correzione del reo, figlio anche esso della società e dello Stato, della cui emenda non può mai disperarsi, volta alla speranza di vederlo tornare alla società come un cittadino utile e corretto. Purtroppo ancora oggi, più di duecento anni più tardi , questi principi non sono ancora patrimonio di tutto il mondo e nemmeno di tutte le Democrazie. La lotta è ancora lunga ma si può rinverdire tutti gli anni celebrando la festa della Toscana.