A rischio sicurezza, chiedono urgente presa di posizione della Provincia e Regione nei confronti del Governo, i fondi stanziati dalla Buona Scuola e quelli messi a disposizione delle province sono troppo pochi per interventi edifici scolastici.
I giovani della Rete degli Studenti Medi sono critici e denunciano l’attuale situazione, chiedono maggiori diritti e scuole a misura di studente, protestando contro le condizioni dell’edilizia scolastica provinciale, dopo i recenti episodi di cronaca delle scorse ore, accaduti in alcuni istituti scolastici della provincia di Pisa. Gli studenti del liceo Marconi di San Miniato, testimoniano che “la situazione è diventata sempre più grave con carenza di spazi, nel corso degli ultimi cinque anni, durante i quali il numero di iscritti è raddoppiato passando da circa 250 ad un totale di 640 alunni adesso anche il crollo del controsoffitto nelle aule per fortuna quando gli alunni non erano presenti. “Ciò avviene – scrivono gli studenti – al liceo Marconi di San Miniato dove i suoi studenti si sono appellati alla Rete degli Studenti per avere un aiuto e ne sono un esempio lampante anche gli episodi recenti verificatisi all’istituto Gambacorti e al liceo Russoli”.
Gli studenti non vogliono che siano messe a repentaglio le loro vite recandosi ogni giorno in “scuole che cadono a pezzi” ecco perché hanno indetto una manifestazione per lunedì 30 novembre a Pisa in piazza Guerrazzi alle ore 830 non entreranno in classe ma saranno in corteo per esternare alla città alle istituzioni e all’opinione pubblica che occorrono ambienti idonei all’attività didattica a norma di sicurezza e riscaldati con laboratori attrezzati e funzionali. Palestre usufruibili senza doversi muovere con i mezzi pubblici per raggiungere quelle più vicine. Per il sindacato studentesco nonostante le promesse fatte da anni dagli enti localidi fatto non è stato apportato alcun cambiamento concreto. La Provincia si limita ormai a piccoli interventi tampone che possono arginare il danno in tempi brevi, ma non costituiscono una soluzione a lungo termine.
Miranda Parrini