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Eneide di Krypton- Nuovo Canto

17 Dicembre 2015 Archivio

eneide

Sabato 12 dicembre 2015, a distanza di 30 anni, le musiche dei Litfiba hanno di nuovo echeggiato nella bellissima sala del teatro Verdi di Pisa dove è andata in scena L’Eneide di Krypton con la regia di Giancarlo Cauteruccio e le musiche dei Beau Geste.

Il gruppo di cui fanno parte, oltre a Francesco Magnelli, anche Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi, due membri della band che curò per prima le canzoni dell’opera, è una costola dei Litfiba. Giochi di fumo, effetti di luce e immagini scorrevano sullo sfondo del palco che ospitava i tre musicisti su una sorta di barca lignea mentre tre bravi ballerini mimavano, danzando nella luce scenica, il poema di Virgilio narrato da Cauteruccio e dalla voce fuori campo Ginevra Di Marco. L’opera si è dispiegata su sette scene accompagnate da altrettante canzoni: 1) La tempesta 2) Approdo sulle coste della Libia 3)Il racconto di Enea 4)L’incontro d’amore 5) La visione di Lavinia 6) La battaglia contro Turno 7) Il canto dei latini. L’effetto più emozionante è stato proprio in apertura, quando l’opera inizia con la nave del principe troiano in preda alla tempesta. Raggi di luce verde e azzurra ondeggianti si sono diffusi per il teatro riproducendo il mare agitato mentre, alle spalle della banda, venivano proiettati sprazzi luminosi a simboleggiare i lampi ed i tuoni. Di rilievo, tra gli interpreti, la forte e disperata Didone protagonista di un balletto emozionante e pieno di passione con il suo amato principe troiano e anche Lavinia che ha ballato in un costume fosforescente, immersa nel laser azzurro raffigurante le onde placide e tranquille che bagnano le coste del Lazio, ultima meta del viaggio del figlio di Venere. In questo breve resoconto non possiamo dimenticare Enea, splendente con la sua lancia di luce bianca che l’attore affondava, ballando, in un’effusione di luce rossa, rappresentazione visiva del sangue che a fiotti era stato versato nella guerra di Troia, fino a divenire strabiliante in una esplosione di colori e luci nella battaglia finale con Turno. Infine nel canto dei Latini si esalta il valore dell’accoglienza e si ricorda che l’odio non genera altro che sangue.

Enrico Zini

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