L’ex Ct della Nazionale di calcio, colui che nel 2006 ha guidato la squadra italiana alla vittoria dei Mondiali, ma anche colui che è stato allenatore di importanti squadre nazionali, una tra tutte le Juventus con la quale ha vinto praticamente tutto, ha tenuto una lezione nell’ambito del corso di Economia Aziendale del Dipartimento di Economia e Management. Stiamo parlando ovviamente di Marcello Lippi.
Ci tiene a precisare che la sua non sarà una vera e propria lezione accademica, ma solo un ripercorrere la sua esperienza andando ad analizzare aspetti comunque manageriali e di gestione delle risorse umane che ogni uomo di calcio si trova ad affrontare. Questo incontro organizzato dai Prof.ri Zarone, Poddighe e Verona ha lo scopo di iniziare ad approcciare al concetto di “management sportivo tenendo conto che proprio nel calcio la complessità dei fatti di gestione richiede sempre più la formazione di figure professionali adeguate al settore specifico. In quest’ottica proprio dal mondo universitario parte l’esigenza di fornire adeguata preparazione e ipotizzare anche nel futuro prossimo un percorso di approfondimento di studi rivolto ad un settore affascinante e ricco di opportunità.
In questo contesto quindi Mister Lippi ha illustrato il suo percorso da allenatore iniziato mentre era sempre giocatore a soli 25 anni. Una strada complessa che lo ha portato prima ad allenare il settore giovanile per poi passare in Serie C l’attuale Lega Pro dove ha sperimentato e si è fatto quell’eperienza necessaria per poi affermarsi in Serie A. Nel gestire gruppi di persone variegate la sua strategia che si è dimostrata nel tempo vincente è stata quella di far sentire tutti partecipi di un progetto comune e a questo scopo ricorda:”Io ai miei giocatori dicevo sempre nessuno di noi è forte come tutti noi con questo volevo far capire che per essere un gruppo vincente ogni componente del gruppo deve mettere le proprie qualità a disposizione degli altri.”
Parla quindi di “campioni” contrapponendo il concetto a quello di” fuori classe” ossia colui che non solo ha doti naturali particolari ma soprattutto ha la capacità di essere leader naturale per gli altri di essere riconosciuto come punto di riferimento non solo in campo ma anche fuori. In alcune occasioni la fortuna di aver incontrato alcuni fuori classe ha davvero reso facile la strada del successo anche al Mister ma spesso i gruppi vincenti vanno creati così nel calcio come in ogni settore professionale che preveda un lavoro di relazione. Mister Lippi sottolinea quindi l’abilità per chi allenama anche per chi dirige un gruppo di persone in altri ambiti di saper far sentire tutti importanti:”Ho capito negli anni che tutti nessuno escluso deve sentirsi importante perchè in ogni momento può esserci bisogno di lui e deve sentirsi apprezzato. Gli allenatori bravi sono coloro che entrano nella testa dei propri giocatori e creano la giusta sinergia e questo aspetto non la insegnano a Coverciano ma è una dote personale.”
Si sprecano gli aneddoti e i riferimenti al periodo definito “il più bello che possa capitare ad un professionista” ossia allenare la Nazionale. Lippi ripercorre infatti quei momenti che hanno portato la sua squadra a vincere il Mondiale ma anche le difficoltà incontrate che sono comunque importanti nella vita di una persona:”La carriera di un professionista non è fatta di soli successi ma anche da insuccessi ed è da questi momenti di difficoltà che l’essere umano è in grado di dare il meglio di se.” E nel far capire l’importanza di fare gruppo e creare aggregazione non è mancato un riferimento al Mister Gattuso attuale allenatore del Pisa che ha sempre dimostrato grande attaccamento alla maglia della Nazionale arrivando addirittura a presentarsi a Coverciano con le stampelle perchè malgrado infortunato non voleva rinunciare agli intensi attimi che solo un gruppo vincente può regalare oppure quando “al momento della partenza per i mondiali del 2006 lo stesso Gattuso pur avendo un problema muscolare importante è voluto partire ugualmente (minacciando di attaccarsi al pulman in corsa) riuscendo incredibilmente a risolvere i suoi guai in poco tempo e solo grazie alla sua grande forza di volontà e determinazione.“
Aurora Maltinti 16 nov. 2015