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Nuvoloni sul trasporto pubblico

25 Novembre 2015 Archivio

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-Enrico Zini-

Si è chiusa la gara europea che doveva assegnare l’appalto per i prossimi 11 anni del Trasporto pubblico locale (Tpl) con la vittoria di Autolinee Toscane (AT) la controllata della società del gruppo francese Ratp sulla nostrana Mobit.

La società francese sembra averla spuntata grazie alla differenza nell’offerta economica, a fronte di un sostanziale testa a testa in quella tecnica. La proposta di AT garantiva uno svecchiamento del parco-mezzi fin dai primi anni ed uno sconto maggiore sul costo del servizio alla regione rispetto a quello proposto da Mobit. L’aggiudicataria ha commentato il successo definendolo come il primo passo di una rivoluzione dichiarando che l’azienda è pronta ad investire 563 milioni di euro di cui 300 per acquisire nuovi mezzi e garantendo, non solo il rispetto dei livelli occupazionali, ma anche l’assunzione di nuovi autisti dal 2018. Tutto bene? Mica tanto, sono molti i punti oscuri. SEL Pisa aveva provato lunedì 16 novembre a fare chiarezza in un’iniziativa all’auditorium Sesta Porta ( youtube https://www.youtube.com/watch?v=NpIwl0brJyk#t=2336.) Erano presenti oltre alla capogruppo Simonetta Ghezzani, il tesoriere del partito Carlo Scaramuzzino e Antonio Mazza della CGIL ferrotranvieri.

La prima preoccupazione riguarda l’anomalia di questa gara che prevede la verifica dei requisiti solo dopo l’assegnazione. Infatti l’azienda sconfitta ha già fatto sapere di essere convinta della inammissibilità dell’offerta di AT e di essere pronta a intraprendere “ogni iniziativa” a sua tutela. Questo farà sì che nessun vero investimento sarà effettuato finché non sarà chiaro chi sarà il vero vincitore della gara. Non meno preoccupazione desta l’aumento del costo del biglietto e la situazione lavorativa dei più di 5000 attuali occupati nelle aziende Mobit. Difatti, nonostante le rassicurazioni di AT, come dice Mazza, nel bando sono previsti per gli stessi chilometri annui 90 milioni di euro in meno e, data l’evasione del biglietto del 70% , se l’azienda vuole rientrare nei costi dovrà o agire sul costo del lavoro o tagliare il servizio. A questo proposito rischiano le tratte minori di collegamento di zone a bassissima densità abitativa con i centri urbani più popolati. Infatti, sia quelle comprese nel lotto unico sia quelle rimaste fuori rischiano di scomparire, soprattutto per le frazioni sotto i 1000 abitanti. Con la vittoria di Autolinee, sottolineava Ghezzani gli investimenti andranno tutti alle linee più redditizie e per i soggetti deboli, concludeva Scaramuzzino, sarà più difficile muoversi liberamente sul territorio. In ultimo non si può dimenticare che Mobit, nata con l’obiettivo di vincere questa gara, ora non vale più nulla. Che cosa succederà al 7% del capitale che ne detiene ora il comune di Pisa?

Enrico Zini

 

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