Un bene confiscato alla mafia diventa un luogo di protezione e simbolo
contro la violenza di genere. Nella giornata internazionale contro la
violenza sulle donne, sono stati presentati questa mattina i lavori di
riqualificazione dell’immobile che il Comune di Montopoli ha acquisito
nel 2015. «Oggi è una giornata importante – ha aperto la conferenza
stampa il sindaco Giovanni Capecchi – di un percorso nato alcuni anni
fa da quella telefonata delle Prefettura che mi informava della presenza
sul nostro territorio di un bene confiscato. Dopo lo stupore iniziale,
abbiamo cominciato a pensare a come poter restituire questo luogo alla
comunità e la decisione di destinarlo a chi quotidianamente combatte la
violenza di genere. Grazie al contributo regionale, grazie al nostro
ufficio tecnico che ne ha seguito i lavori con grande passione e
professionalità, alla responsabile l’architetta Ilaria Bellini e al
progettista l’architetto Alessandro Bellini che insieme all’architetto
Giampiero Testai si sono occupati della ristrutturazione dell’edificio.
Grazie anche alla ditta Fratelli Alderighi Srl di San Miniato che si
sono occupati dei lavori».
Il contributo regionale è stato di 183mila euro, per completare la
ristrutturazione e la manutenzione straordinaria dell’appartamento.
Nello specifico le opere hanno riguardato: la sistemazioni degli attuali
locali al piano terra, con la creazione di un locale sala accoglienza,
un ufficio e un bagno per i portatori di handicap, una modifica nella
suddivisione degli spazi al primo piano per migliorare la distribuzione
delle camere e dei bagni presenti, oltre alla realizzazione di una rampa
per rendere i locali accessibili. E poi ancora, l’adeguamento degli
impianti elettrici idrosanitari e termici, la riqualificazione delle
facciate e la risistemazione del giardino.
«L’appartamento sottratto alle mafie, situato a Montopoli in Val
d’Arno, è stato completamente ristrutturato grazie ai fondi stanziati
dalla Regione Toscana, per un importo di 183 mila euro – ha detto
l’assessore regionale alle Politiche per la sicurezza e cultura della
legalità Stefano Ciuoffo –. Questo è un importante passo avanti nella
lotta contro la criminalità organizzata, l’utilizzo dei beni confiscati
è uno strumento prezioso per consolidare la cultura della
legalità. L’appartamento sarà destinato a diventare un centro anti
violenza e un rifugio per donne e bambini che hanno subito abusi e
violenze. Sarà un luogo sicuro e accogliente, dove le vittime potranno
trovare sostegno, assistenza e protezione. Grazie alla determinazione e
all’impegno della vicesindaca Linda Vanni e del sindaco Capecchi oggi
restituiamo alla collettività qualcosa di più di un semplice bene
immobile ristrutturato. Auspico che questo centro possa diventare un
punto di riferimento per le donne e i bambini che hanno bisogno di
aiuto. La Regione e il Comune, nella giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza sulle donne, danno un segnale forte e
chiaro alla società toscana, nel solco della cultura della legalità».
A breve sarà pubblicato l’avviso per l’assegnazione dell’immobile che
sarà destinato a casa accoglienza per donne e minori vittime di
violenza. Il bene in passato è stato affidato all’associazione Frida e
ha visto l’accoglienza di 10 donne e 15 minori. Un luogo di libertà, in
cui dieci donne hanno potuto riprogettarsi e riprendere in mano la
propria vita.
«Unendo la battaglia contro le mafie e contro la violenza sulle donne –
ha detto l’assessora regionale alle pari opportunità Alessandra Nardini
–, l’Amministrazione comunale di Montopoli ha fatto una scelta precisa e
chiara, dal doppio valore. Restituisce alla comunità un immobile
confiscato alla criminalità sferrando un colpo netto alle mafie, e
sceglie di farlo destinando quell’immobile al rafforzamento delle rete
antiviolenza attiva sul territorio. È un messaggio fortissimo e un
esempio di governo, di cui siamo orgogliosi e che mi auguro possa essere
da esempio anche per altre realtà locali. Voglio ringraziare davvero di
cuore l’Amministrazione comunale di Montopoli in Val d’Arno e, in
particolar modo, la vicesindaca Linda Vanni che tanto si è spesa per
questo risultato. La Regione ha convintamente sostenuto questa scelta e
continuerà a sostenerla. La stretta collaborazione tra i vari livelli
istituzionali è cruciale sia combattere le mafie da cui, purtroppo, il
nostro territorio non è immune, sia per combattere un fenomeno così
drammatico come la violenza di genere, che è un fenomeno strutturale e
non emergenziale, che non è un problema delle donne ma un problema della
società tutta, a partire dagli uomini, a cui chiediamo di essere in
prima fila in questa battaglia».