-di Alice Gennari-
Lo scorso 9 Dicembre si è svolta la prima serata del ciclo di appuntamenti dedicati al bicentenario della nascita di Ada Lovelace, prima programmatrice della storia ed icona della tecnologia al femminile.
L’incontro si è svolto presso il Cinema Arsenale dove Paolo Mancarella (Università di Pisa) e Giulia Solano (Sacchi di sabbia) hanno dato vita ad un’intervista impossibile, in cui la donna interpretava proprio la Lovelace. Nel brano abbiamo potuto scoprire qualcosa di più sulla biografia della scienziata e sulla sua vita più intima, oltre al suo operato nel campo della programmazione. Ada era una donna forte, che dovette combattere con i pregiudizi di un mondo, ancora oggi, velato di latente maschilismo: le sue doti erano apprezzate ma mai del tutto riconosciute in un ambiente in cui solo gli uomini avevano voce in capitolo poiché “la scienza fa male alle donne le nobilita al pensiero. Spazio anche ad un’Ada bambina: era la figlia legittima del poeta inglese Byron che lei non conobbe mai (i genitori si separarono ad un mese dalla nascita della bambina) e da cui la madre ha sempre voluto allontanarla. Fu proprio lei ad indirizzarla agli studi matematici per scongiurare il pericolo che si dedicasse alla poesia e all’arte seguendo le orme paterne.
Razionalità ed immaginazione invece furono entrambi concetti importanti che la scienziata riuscì a combinare perfettamente tanto che il vero merito di Ada fu di quello di aver previsto la capacità dei computer di andare al di là del mero calcolo numerico mentre altri scienziati compreso Babbage (suo grande maestro) si fermarono solo a quello. Riguardo la sua vita privata si sposò ed ebbe 3 figli nonostante questo non volle mai abbandonare il suo lavoro e le sue passioni dimostrando anche in questo di essere una donna indipendente ambiziosa e decisamente avanti coi tempi rispetto al concetto di femminilità che vigeva in epoca vittoriana. A conclusione è stato poi ricordato che negli USA è stato inventato un linguaggio di programmazione in suo onore chiamato Ada. Subito dopo l’intervista immaginaria è stato proiettato l’unico film dedicato alla donna dal titolo “Conceiving Ada” di Lynn Hershman Leeson del 1997 in cui la splendida Tilda Swinton che interpreta la Lovelace viene “riportata in vita” grazie ad un software che permette di entrare in contatto con i personaggi del passato a cui sta lavorando una giovane programmatrice ossessionata dalla figura di Ada.
Il ciclo “STEMpink” offre ancora l’ultimo appuntamento: il 14 dicembre alle 15:00 presso il Museo degli Strumenti per il Calcolo qui si incontreranno relatori internazionali e personaggi legati al mondo scientifico e della narrativa che illustreranno il progetto della Lovelace e di Babbage con specifico riferimento alla corrente SteamPunk che il titolo dell’iniziativa vuol richiamare. È proprio quest’ultimo filone narrativo ambientato in un’età vittoriana fantascientifica che ha contribuito a far esplodere il fenomeno di Ada tra tecnologia e fiction. Ricordiamo infine gli organizzatori del ciclo: l’Università di Pisa il Museo degli Strumenti per il Calcolo la Fondazione Sistema Toscana e la Fondazione Galileo Galilei.