Sabato 31 ottobre, al Cinema Lanteri, Valeria Tognotti presenterà il suo ultimo libro, che s’inserisce in quello che l’autrice pisana chiama “filone femminista per bambine”. L’abbiamo intervistata davanti a un caffè, al bar di Palazzo Blu.
Valeria, il tuo nuovo libro s’intitola Da grande non voglio fare la principessa, edito da MdS. Dunque, partiamo proprio dal titolo.
L’idea è nata di fronte a uno scaffale di libri per bambini, anzi, in particolare per bambine: circa l’80% della letteratura per l’infanzia, e specialmente per le femminucce, è incentrato sullo stereotipo sessista di una principessa che non è quasi mai un soggetto creativo o vivace, ma che al massimo ha come scopo quello di seguire un principe (basta pensare alle principesse della Disney).
E quindi con questo libro intendi ribaltare un simile stereotipo?
Proprio così! Il libro s’inserisce in un filone che è attivo già da un po’, sia in letteratura, sia anche nei giocattoli, come nel caso della Barbie, la famosissima bambola che progressivamente sta perdendo i tratti di una femminilità troppo standardizzata, con forme perfette, e si ispira invece sempre più alle dimensioni di ragazze reali, oppure a modelli di grandi artiste.
Puoi dirci, a grandi linee, di cosa parla il libro?
È la storia di tre bambine che, per diversi motivi, non possono incarnare il classico prototipo di principessa. C’è Ilaria, grassottella, che per il suo aspetto fisico è molto insicura. Valentina, iperattiva e con la stoffa della leader, la quale non potrebbe venir fuori se ricevesse un certo tipo di educazione. E infine Margherita, che non cerca il principe azzurro, anzi le sarebbe solo d’intralcio, poiché le piace guardare le stelle, studiarle, e raggiunge proprio nella solitudine il suo punto di forza. Nodo cruciale del libro, le tre bambine s’imbattono in un castello e una regina, che in realtà non sono né un castello né una regina…
La storia, sembra di capire, è un continuo rovesciamento di certi cliché.
In realtà ci sono tutti gli elementi tipici delle favole, solo che sono tutti in qualche modo capovolti: ad esempio, il caso forse più eclatante, invece della bella addormentata, c’è un “bello addormentato”. Ma non sveliamo di più.
Il tuo è un messaggio fortemente femminista, giusto?
Si potrebbe parlare di un “filone femminista per bambine”. Nella letteratura, come dicevo, sta prendendo piede, ma il messaggio è ancora veicolato sotto forma di metafora, come nel caso di Xena, la principessa guerriera, mentre nel mio racconto le bambine dicono esplicitamente che non vogliono essere principesse. Con questo non voglio negare l’idea della coppia, ma nemmeno credo che debba rappresentare la massima aspirazione per una donna!
È il primo libro in cui porti avanti questa battaglia?
Sì, ma è solo l’ultimo di una serie di libri per bambini: ho già pubblicato Il Gioco del Ponte raccontato ai ragazzi (sono responsabile degli eventi culturali del Comando di Mezzogiorno) e, insieme a Umberto Macchi, Ricky Pick e la crisi delle mele, per raccontare ai più piccoli cosa sia la crisi economica che stiamo attraversando e come si possano trovare le risorse per reagire.
Tu, Valeria, sei un’educatrice, vero?
Sì, ho un diploma magistrale che mi ha consentito di fare la maestra elementare (in seguito mi sono anche laureata in Lettere), e ho una lunga esperienza nel campo dell’infanzia e dell’educazione. Ho anche realizzato un album didattico di figurine, 400 in tutto, dal titolo Figuriamoci Pisa, con tutti gli atleti del Gioco del Ponte e i principali monumenti di ciascuno dei dodici quartieri che vi prendono parte.
So che presenterai per la prima volta Da grande non voglio fare la principessa al Cinema Caffè Lanteri.
Sì, sabato 31 ottobre, a partire dalle 18:00, Sala Rossa del Cinema Lanteri, in via San Michele degli Scalzi. Con me ci saranno l’editrice Sara Ferraioli, presidente di MdS, l’illustratrice del libro Michela Gastaldi, che realizzerà anche dei disegni sul momento per i bambini, le due ragazze dell’azienda pisana Due di Latte, che realizzeranno delle magliette in fibra di latte con la copertina del libro stampata sopra, e che si potranno acquistare…
Tanto per ribadire il concetto, una presentazione di tutte donne!
Beh, le ragazze di Due di Latte sono delle autentiche non-principesse, creative e intraprendenti, che realizzano maglie interamente biologiche, quindi non potevano non far parte del progetto. E poi sì, tutte donne, perché il messaggio si trasmette meglio anche in questo modo, con esempi femminili da seguire. Inoltre ci sarà lo staff di Pisa Attiva, che farà live twitting.
E, tornando al libro, come ne riassumeresti il significato di fondo?
Al di là dei modelli preconfezionati che cercano di imporci gli altri, bisogna ascoltare la voce che sentiamo dentro, e lasciarla esprimere: “fiorisci per la pianta che sei”, questo è da sempre il mio motto!
(La copertina del libro e la locandina della presentazione sono tratte dalla fan page di Facebook “Da grande NON voglio fare la Principessa”)
Francesco Feola