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“#lascuolainpiedi per non cadere a pezzi” è lo slogan di protesta.

30 Novembre 2015 Archivio

studenti medi1

A Pisa gli studenti sono scesi in piazza per rivendicare il loro diritto ad avere scuole a misura di studente.

Chiedono che la Regione Toscana, da sempre attenta al tema dell’istruzione, dia una risposta certa alle questioni urgenti da risolvere, che garantisca agli studenti il diritto allo studio a partire dagli ambienti che favoriscano l’apprendimento e agevolino la vita scolastica quotidiana. 

La manifestazione di questa mattina, lunedi 30 novembre, ha raccolto oltre duecento studenti, organizzata dalla Rete degli Studenti Medi, si è svolta coinvolgendo le scuole della provincia pisana, in particolare gli istituti Santoni, Buonarroti, Gambacorti e il liceo Marconi di San Miniato, esempi vergognosi e lampanti dei problemi di edilizia scolastica nel nostro territorio. Da piazza Guerrazzi gli studenti hanno sfilato per le vie del centro per chiedere i diritti che dovrebbero essere scontanti, tra i quali le classi che siano a norma di sicurezza con un sistema antincendio funzionante, che gli ambienti siano riscaldati, che la scuola sia dotata di una palestra che non costringa gli studenti a doversi muovere con i mezzi pubblici per raggiungere quella più vicina. In più città della Toscana sono stati alzati striscioni che chiedono “#lascuolainpiedi per non cadere a pezzi”.

Da anni ormai gli studenti della nostra regione si mobilitano per evidenziare alla cittadinanza e alle amministrazioni locali i gravi problemi di edilizia scolastica che permangono nel nostro territorio. La risposta è sempre stata blanda, piena di promesse mai mantenute. Il governo ha sbloccato alcuni miliardi negli ultimi anni, che sono stati ben accolti da tutta la comunità scolastica, ma questo non è sufficiente. Legambiente ha evidenziato nel suo documento “Ecosistema scuola” del 2014 come i fondi necessari siano ben superiori alle cifre messe in campo: servirebbe una manovra di almeno 13 miliardi di euro. Proprio per questo gli studenti non accettano che la loro salute e la loro sicurezza negli ambienti scolastici dipendano da manovre con fini propagandistici, ma che siano, invece, risolti seriamente attraverso un programma nazionale a lungo termine che si ponga il tema di risolvere una volta per tutte questa situazione paradossale in un paese civile come il nostro.

studenti medi2“ La situazione è più critica di quanto spesso pensiamo: abbiamo scuole nel quale il soffitto è pericolante (né è un esempio lo spiacevole episodio dei primi di ottobre in una scuola di Massa), scuole in cui i ragazzi si trovano a seguire le lezioni con giubbotti, sciarpe e cappelli, scuole in cui le sedie e i banchi non sono sufficienti per gli studenti iscritti.” – dichiara Giammarco Manfreda della Rete degli studenti medi Toscana – “ Ai miliardi stanziati dal governo, infatti, bisogna aggiungere gli ingenti tagli alle provincie che prevede la Legge di Stabilità in discussione in parlamento. Le provincie, ente responsabile degli edifici scolastici, vedranno, solo nella nostra regione, i fondi ridotti di oltre 79 milioni di euro. Chiediamo, quindi, in un vuoto politico ed istituzionale lasciato da un governo, che non riesce a guardare alle criticità del nostro territorio, e dalle provincie, incapaci di poter garantire questo servizio, che la Regione Toscana, da sempre attenta al tema dell’istruzione, dia una risposta.” . Infatti garantire agli studenti il diritto allo studio significa, prima di tutto, offrire loro degli ambienti che favoriscano l’apprendimento e agevolino la vita scolastica quotidiana. La mancanza di fondi destinati a questo settore rende impossibile l’attuazione di progetti che migliorino strutturalmente gli edifici. Per questo la Rete si è mobilitata in quanto organo di rappresentanza degli studenti per chiedere che enti locali, provincia e regione prendano una posizione netta nei confronti del governo, l’edilizia scolastica è una priorità, i fondi stanziati dalla Buona Scuola e quelli messi a disposizione delle province sono troppo pochi! Afferma la coordinatrice Silvia Contini. “Più volte abbiamo parlato con gli enti locali: da anni promettono interventi ma, di fatto, la condizione delle nostre scuole non è cambiata. La Provincia si limita ormai a piccoli interventi tampone che possono arginare il danno in tempi brevi, ma non costituiscono una soluzione a lungo termine. È realmente conveniente? Quanto ancora dovremo aspettare per trascorrere le nostre ore di lezione in una scuola senza un tetto pericolante? Quanto tempo dovrà passare per avere scuole abbastanza grandi da ospitare tutti gli studenti iscritti, senza dover ricavare aule da sgabuzzini o da laboratori (privando quindi la didattica di un momento sperimentale)?”

fonte: comunicato stampa Rete Studenti Medi Pisa

mp

 

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