Cascina (Pisa) – La “Sagra del Contadino” non s’ha da fare. E’ perentorio il direttore della Confcommercio di Pisa Federico Pieragnoli alla notizia che il comune di Cascina sembra orientato ad ospitare la suddetta sagra: “Sarebbe un fatto gravissimo, un’aberrazione inaccettabile, mentre bar e ristoranti lottano per sopravvivere” – mette le mani avanti il direttore della Confcommercio di Pisa: “Intollerabile, alla faccia dei pubblici esercizi regolari del comune, aperti tutto l’anno e minacciati da questa forma di concorrenza assolutamente sleale”.
Il direttore Pieragnoli segue il filo del ragionamento: “Sagre, circoli privati, feste di partito, sono nella gran parte dei casi astuti e sleali sistemi di somministrazione parallela, che sfruttano l’assenza di regole per fare affari sulle spalle di ristoranti e bar regolari. La perdita in termini di fatturato per questi ultimi è all’incirca del 30%, un dato che da solo fa capire l’entità enorme del fenomeno di cui stiamo parlando. Solo in Toscana si stima che le sagre producano un fatturato intorno ai 110 milioni di euro, con introiti medi giornalieri vicini ai 3.000 euro. Insomma, soldi, tanti soldi, in un mercato però completamente squilibrato da una concorrenza che definire sleale è il minimo visto che, mentre bar e ristoranti sono sottoposti a continui controlli, rispettano ogni sorta di normative in termini di sicurezza, igienico-sanitarie, del lavoro, le sagre vivono una sorta di extraterritorialità giuridica che le sottrae ad ogni forma di adempimento simile”.
“Purtroppo” – si rammarica Pieragnoli – “i regolamenti comunali sulle sagre sono iper tolleranti se non completamente assenti, ed è per questo che come Associazione abbiamo inviato un decalogo a tutti i sindaci della provincia di Pisa, sindaco Ceccardi compreso, proprio per arginare e limitare un fenomeno che in tempi di crisi non è più ammissibile. E’ bene chiarire che la nostra contrarietà non è contro le sagre autentiche, la minoranza, che valorizzano i prodotti di un territorio, amplificandone la dimensione culturale e sociale, ma contro le sagre fasulle, semplici e deteriori pretesti per fare somministrazione parallela, by-passando ed infischiandosene di norme e adempimenti di ogni tipo”.
“Abbiamo già espresso al sindaco Ceccardi, attraverso una comunicazione ufficiale, il nostro parere negativo alla svolgimento della “Sagra del contadino”. Ci auguriamo che la nostra richiesta sia accolta” – conclude laconico il direttore della Confcommercio di Pisa.
Sagre – Il Decalogo Confcommercio Provincia di Pisa
- L’attività di somministrazione dovrà fare riferimento alle caratteristiche di tipicità, riferendosi a prodotti inseriti nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Toscana, a quelli classificati come DOP, IGP, DOC, DOCG, IGT della Toscana, o comunque a prodotti provenienti da filiera corta.
- La somministrazione dovrà essere strettamente limitata all’offerta di pietanze legate al prodotto tipico caratterizzante la sagra.
- Per ciascuna pietanza, dovrà essere indicato, il luogo di provenienza dei prodotti utilizzati e l’eventuale utilizzo di ingredienti surgelati o congelati e il rispetto delle normative relative alla tracciabilità delle materie prime.
- Visto che le sagre devono avere come scopo la promozione del prodotto tipico o delle tradizioni del luogo, i fondi raccolti dovranno essere destinati esclusivamente alle attività istituzionali dei soggetti promotori o alla beneficienza.
- Il soggetto organizzatore è obbligato a redigere il bilancio preventivo e consuntivo dell’attività riferita alla sagra, redatto da un commercialista o un revisore contabile.
- Gli scopi e gli obiettivi a cui sono destinati i proventi della sagra dovranno essere resi pubblici mediante apposita affissione.
- L’area di somministrazione non può essere superiore al 50% della superficie complessiva a disposizione dell’area interessata dalla manifestazione.
- Per le strutture temporanee allestite dovranno essere forniti tutti i necessari certificati di omologazione (materiali, montaggio, collaudo, impianti elettrici, documenti sulla sicurezza).
- Ogni soggetto potrà effettuare una sola sagra per anno solare e nel medesimo luogo potrà essere organizzata una sola sagra per anno solare, a prescindere dal soggetto organizzatore.
- Ogni comune, di concerto con le associazioni di categoria rappresentative dei pubblici esercizi, stabilisce un numero massimo di giorni sagra l’anno e un numero massimo di sagre da inserire nel calendario annuale.