Pisa – «La gestione dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti. Ma non sono tutti positivi»: così il segretario generale della Cisl Gianluca Federici replica a Toscana Aeroporti, che in una nota dei giorni scorsi cercava di offrire rassicurazioni sul progetto di esternalizzare i servizi a terra dello scalo fiorentino e pisano. «Non lo sono in particolare – continua Federici – da quando, due anni fa, gli aeroporti di Firenze e Pisa si sono uniti in un’unica società privatizzata (Cisl contraria), Toscana aeroporti, controllata con il 51% delle quote da una grossa multinazionale, Corporacion America. Da allora i dipendenti lamentano una lenta ma costante erosione dei diritti, alcuni dei quali acquisiti dopo lunga battaglia.”
Lo scorso 25 settembre Toscana aeroporti ha comunicato ai sindacati la sua intenzione di esternalizzare tutti i servizi a terra dei due scali: il carico e lo scarico di bagagli e passeggeri, il controllo, la pulizia dei velivoli, l’assistenza a terra. E tutto questo in ottemperanza ad una direttiva europea del 1996, recepita dal governo italiano nel 1999.
Federici ha chiesto il perché una richiesta di urgente applicazione di una norma di venti anni fa avvenga solo adesso, dopo soli due anni dalla nascita di Toscana aeroporti. “Toscana aeroporti – aggiunge Federici – si è affrettata a precisare che nessun posto di lavoro sarà perso. Ne siamo felici. Ne va del futuro di almeno 700 persone. Intanto, però, se il progetto del management della società che gestisce gli scali fiorentino e pisano andrà avanti, i dipendenti saranno scaricati da Toscana aeroporti per passare ad una società terza specializzata nel servizio di handling. Già, ma con quale tipo di contratto? Quello collettivo dei trasporti o quello, ad esempio, quello applicato nelle società multi servizi? Contratti tutelati dall’articolo 18 o quelli che confluiscono nel Jobs Act, sinonimo di precarietà? E gli integrativi conseguiti negli anni? E l’anzianità di servizio maturata?
Anni di applicazione della direttiva europea ci insegnano che, laddove i servizi a terra negli aeroporti sono stati liberalizzati, società di handling sono nate come funghi, e queste, in molti casi, hanno subappaltato a cooperative. A Malpensa o a Fiumicino, ad esempio, i dipendenti vengono rimpallati tra una società di handling e l’altra e tremano ad ogni cambio di divisa. L’Unione europea sostiene che abbassando i costi dei servizi a terra alle compagnie aeree, queste poi abbasserebbero i prezzi dei biglietti ai passeggeri. Il mio timore: non so se i prezzi dei biglietti non abbasseranno, sono quasi certo, invece, che peggiorerà la qualità del lavoro e la stabilità degli attuali dipendenti di Toscana Aeroporti».
La conclusione del segretario generale: «Agli autorevoli esponenti di Toscana Aeroporti che in questi giorni hanno cercato di rincuorare dipendenti, sindacalisti, rappresentanti istituzionali, confesso: mi spiace, non mi fido».